Descrizione
Costituisce uno dei più notevoli episodi di architettura militare dell'Italia meridionale essendo composto da un primo nucleo di fondazione longobarda, un secondo normanno ed un terzo svevo - angioino - aragonese. L'interesse storico ambientale è reso evidente dalle rovine superstiti dei suoi ambienti e delle sue tre cinte fortificate. Le strutture murarie del castello, in parte in buone condizioni, configurano attualmente tutta l'estensione originaria che raggiunge circa i 350 x 450 metri. Il castello è stato sede, e strumento, della più importante famiglia del Regno, i Sanseverino , dopo gli Aragona , che traevano la loro origine dagli Angerio normanni. Fu abbandonato a causa della partecipazione dell'ultimo Sanseverino alla congiura dei Baroni contro Ferrante. Nel castello, nella sua cappella ancora in parte conservata, S. Tommaso, recatosi a trovare la sorella Teodora, sposata Sanseverino , ebbe l'ultima visione prima della morte che lo colse sulla strada per la Francia , dove si recava in qualità di ambasciatore del papa. Recenti scavi condotti dal Centro per Archeologia medievale dell'Università degli Studi di Salerno hanno rivelato una stratigrafia complessa che ha messo in luce resti di officine metallurgiche, sistemi per l'uso di macchine da difesa, come catapulte e mangani, e materiali d'uso quotidiano, come ceramiche, monete, ecc., che potrebbero essere ben utilizzati sia per la creazione di un museo che di laboratori per la ricerca scientifica.
Cinta sveva
Lungo la zona meridionale, la cinta del castello non presenta l'alto muro continuo delle fortificazioni superiori, ma una serie di torri quadrate. Le caratteristiche della cinta ne consentono una sicura datazione. Le torri sono di età sveva , quando nell'Occidente castellano si impose questa particolare tipologia voluta da Federico II. Il conte Tommaso I di Sanseverino deve ritenersene l'ispiratore, e il tutto va inquadrato in quegli anni (1230 - 1245) di imperfetta tregua politico - militare tra gli Svevi e i Sanseverino. Verso la città, la serie delle torri doveva terminare con un'altra opera, probabilmente anch'essa quadrata, poi sostituita nel 1350 circa col torrione cilindrico.
Il portico e la cisterna
Poco distante dalla Piazza d'Armi si incrocia, sul lato sinistro, il portico di accesso alla cisterna. Il portico, perfetto per la sua volta a botte, è situato alle spalle del palazzo, che da questo luogo veniva esemplarmente difeso attraverso quattro aperture di aereazione e illuminazione. La cisterna, ad intonaco sovrapposto, è lunga otto metri, essa porta lungo il perimetro una mensoletta alta un quarto di parete. Dal suo fondo, ancora oggi, è possibile attingere per dissetarsi della buona acqua piovana.
Le due torri
Verso la valle di Curteri, là dove sarebbe stato più facile risalire verso il castello, furono realizzate nel XII sec. due torri merlate congiunte fra loro dal muro di cinta. Le mura sono ancora intatte ed è evidente la loro antichità come è dimostrato dalla fattura elementare quadrata, con poche saettiere e feritoie e con i merli dei camminamenti di ronda.
Le edicole votive
Caratteristica peculiare del centro di Mercato S.Severino è il cospicuo numero di Edicole votive che possono essere ammirate per le vie del comune e delle sue più importanti frazioni. Sono quasi tutte databili intorno al 1800. Durante una approfondita ricognizione ne sono state documentate circa cinquanta; una parte di queste, di apprezzabile valore artistico, è stata inserita in una sorta di itinerario turistico alternativo. Di ciascuna edicola è stata compilata una scheda con documentazione fotografica, schematizzazione grafica e informazioni relative a titolo, ubicazione, proprietà, epoca della realizzazione, misure, tecnica, stato di conservazione e altre note eventuali. Inoltre è stata predisposta una mappa con la localizzazione di tutte le edicole rilevate. Di alcune edicole è stato possibile racogliere note e curiosità. L'edicola di Piazza Garibaldi, intitolata alla Madonna del Carmine, è stata eretta nel 1860 per devozione di tal Luigi Carratù. È accertata, comunque, già nell'anno 1724 la presenza nella piazza di una capella intitolata a S. Maria del Carmine al Mercato, demolita poi nel 1819. Nella cappella nei giorni di festa si celebrava la messa per "comodo dei carcerati" segregati nel vicino carcere. In onore della Madonna del Carmine si è celebrata in paese fino agli anni Trenta una festa. La frazione che conta il maggior numero di edicole è sicuramente Spiano. Ben tre sono dedicate alla Madonna del Carmine: la devozione alla Santa si fa risalire al Seicento, all'epoca in cui Giulia e Maria Antonia Cacciatore, appartenenti ad una famiglia del luogo, entrarono a far parte dell'ordine Carmelitano. Ma l'edicola più singolare di Spiano è certamente quella dedicata a Maria Santissima di Campiglione che si venera a Caivano. La presenza dell'edicola testimonia l'adempimento di un voto per una grazia concessa nel 1843.
Piazza d'Armi
Fa parte del nucleo più antico del castello. Situata a ridosso del mastio quadrato, era probabilmente adibita a manifestazioni militari. Seguendo il perimetro interno delle mura risultano ben evidenti le piccole torrette per l'installazione delle macchine da guerra e i camminamenti di ronda, che conservano ancora i merli originali collocabili tra l'XI e il XII sec.
Modalità d'accesso
Presenza di barriere architettoniche: Sentiero scosceso.
Indirizzo
Orario per il pubblico
Punti di contatto
Ulteriori Informazioni
Costo: gratuito.
Ultimo aggiornamento: 6 settembre 2024, 11:41